martedì 15 gennaio 2013

News dal concorso


Lettere a Letizia, ha concluso la prima parte del suo cammino il 30 dicembre 2012, data ultima entro la quale gli Autori che desideravano partecipare potevano inviare i loro lavori. Il 10 gennaio si è insediata la giuria tecnica e ha iniziato il suo lavoro. 
Dato l’elevato numero di opere pervenute il lavoro della giuria tecnica è alquanto oneroso pertanto prevediamo che la stessa possa comunicare le opere selezionate da sottoporre all'attenzione della giuria di lettori per la fine del mese di febbraio.

Le opere pervenute sono 169

79 poesie di cui:
22 di autrici/autori sino a 30 anni        e     57 di autrici/autori da 31 anni in poi  

90 opere in prosa di cui
19 di autrici/autori sino a 30 anni         e    71 di autrici/autori da 31 anni in poi

Hanno presentato le loro opere 148 autrici/autori (alcuni hanno presentato sia un’opera in poesia sia un’opera in prosa)    
 95 donne   e   53  uomini

Giuria tecnica: queste sono le componenti


La Giuria tecnica è composta da 5 giurate:

Marina Dell’Utri coordinatrice, Marina Castiglione, Vivian Celestino, Fernanda Fiandaca, Maria Giovanna Scavone, ecco quello che ci dicono di loro:

Marina Dell’Utri:
classe 1962. Ha un marito,Lillo Fasciana, una figlia, Francesca, un cane, Lucy. Insegnante di Lettere nella Scuola  Secondaria di I grado. All’età di 17 anni, con un’amica ha assistito ad alcune udienze di un processo per stupro ai danni di un’adolescente di Gela. In quell’occasione ha conosciuto Letizia Colajanni e Loredana Rosa e ne ha ammirato l’impegno e il coraggio. Da allora ha cominciato a prendere coscienza delle problematiche di emancipazione femminile, ad interessarsi di politica, a leggere, ad approfondire. Tuttavia tale impegno è rimasto piuttosto silente, “carsico”, da biblioteca, poiché in realtà si è occupata esclusivamente di problemi di Scuola e di progetti inerenti la didattica… Fino al 2005 quando l’amica Lidia Trobia la coinvolge in un forum di Donne: ci sono Loredana, Ester, Fernanda, Benedetta, Vivian… Parte il progetto di dar vita all’associazione Onde donneinmovimento. Questa volta emerge con prepotenza il bisogno di fare politica e politica di genere nello specifico, oggi più che mai, in tempi difficili e superficiali, di disimpegno e di paura, in cui a pagare per prime sono sempre le Donne.

Marina Castiglione:
(Caltanissetta 1966) professore associato di Linguistica italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo dal febbraio 2006, è stata docente di ruolo di Italiano e latino nei Licei dal 1992. Tiene corsi di Linguistica italiana, Storia della lingua italiana, Didattica dell’italiano, Grammatica italiana ed è relatrice di decine di tesi di Laurea specialistica e magistrale. È stata Direttrice responsabile del Master di I livello “Didattica dell’italiano come lingua non materna” attivato nell’a.a. 2010-11. Tiene attualmente un Master a distanza per l’Università di Rosario (Argentina).
Responsabile del Progetto CORI 2007 “Parlanti evanescenti in Italia e in contesti di emigrazione” (Università partecipanti: Monaco, Berna, Manchester, Sidney), per il quale ha tenuto alcuni seminari a Sidney e Melbourne nell’a.a. 2009-10.
È membro del Consiglio di Dottorato in Dialettologia italiana, geografia linguistica e sociolinguistica, di Torino e del Collegio dei docenti della Scuola di Italiano per stranieri dell’Ateneo di Palermo ed è stata tutor di due tesi di Dottorato.
Partecipa ogni anno a numerosi convegni nazionali e internazionali (i più recenti ad Aix en Provence, Valencia, Barcellona) e ha tenuto corsi estivi presso il Centro di dialettologia di Bellinzona.
Nella sua ricerca scientifica si occupa di lessici settoriali (il lessico delle miniere, dei giochi tradizionali, dell’alimentazione), di geolinguistica e onomasiologia, di sociolinguistica, di dialettologia percettiva, di didattica, di linguistica testuale, di onomastica. Tra le sue pubblicazioni recenti: Traduzione e parlanti (CSFLS, Palermo 2004); L’incesto della parola. Lingua e scrittura in Silvana Grasso (Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma 2009), Verso un dizionario-atlante dei soprannomi etnici di Sicilia (RIOn, 2011), Tradizione, identità e tipicità alimentare nella cultura siciliana. Lo sguardo dell’Atlante Linguistico della Sicilia (CSFLS, Palermo 2011), Strumenti e parole dei gessai in Sicilia. Lessico di un mestiere scomparso (CSFLS, Palermo 2012).

Vivian Celestino:
(Caltanissetta 1974) raccolgo storie di donne, storie piccole e poco conosciute, con la volontà di ascoltare, di mantenere una memoria.
Ho ideato concorsi di scrittura, video e immagine.
Provo a darmi un posto nel mondo, lanciandomi, disposta a spezzarmi per poi ricompormi e riprovare ancora.
In questi anni ho osservato i bambini, realizzando documentari che raccontano lo svolgimento dei laboratori che ho curato in prima persona o che hanno gestito altri, è una capacità che si acquisisce con l’esperienza e credo in questo campo di averne maturata a sufficienza per riuscire a raccontare storie di bambini e dei loro momenti di crescita.
Nel campo delle questioni di genere ho provato a raccontare storie di donne attraverso i video ma ho anche cercato di trasmettere la loro applicabilità a differenti campi del sapere, affinché la consapevolezza non riguardi solo le parole o le immagini, ma aiuti a cambiare i presupposti e gli approcci professionali.
Ho dato vita a progetti a partire da una parola, alla quale si sono poi aggiunte altre parole e poi immagini, movimenti, connessioni inaspettate. Ho sviluppato ricerche che riguardano gli spazi destinati al gioco dei bambini nelle città. Il mio rapporto con la città è sempre stato di attenta osservatrice, durante gli studi universitari alla facoltà di architettura, poi con i laboratori per i bambini ho scoperto tutti quegli aspetti della vita quotidiana spesso celati da altre priorità. Oggi continuo a farlo in qualità di mamma-architetto in costante movimento con due bambini.

Fernanda Fiandaca:
Note biografiche…. Una bella sfida per una donna di quasi cinquantaquattro anni che tante ne ha viste e altrettante ne ha vissute senza mai arrivare, tuttavia, ad una compiuta visione di se né, tantomeno, ad una adultitudine accettabile.
Mio nonno mi diceva, e ancora lo ricordo con la faccia buffa stretta tra le mani, quando avevo tre o quattro anni: “Ma come devo fare con questa trottolina”; un mio amico, quando mi conobbe a trent’anni, mi chiamava “aquila”.
Ecco, posso dire che, ad oggi, mi sento essere oscillante tra una trottola e un’aquila, un ossimoro perfetto, una matassa ingarbugliata di sentimenti, pensieri, azioni tra i quali orientarsi è quasi impossibile. Prendere una decisione, poi, è impresa titanica.
Così la mia vita si è dipanata tra spinte, pulsioni, suggestioni le più diverse tra loro e sono, emotivamente e purtroppo non anagraficamente, un’adolescente soggetta talvolta a convulsioni esistenziali tuttavia lenite, per fortuna, da un sano e ruvido cinismo che qualcuno chiama, edulcorando, senso della realtà.
Mi aiuta, in questo recupero di concretezza, il lavoro che poco ha a che fare con il mio mondo interiore: in banca da trent’anni, ad occuparmi di imprese; che poi vuol dire comunque di storie, di persone, di affanni, di sogni. Si fa presto a dire bancari, ma prego credere che anche molti di noi hanno cuore, consapevolezza sociale, spessore umano. Ma questo è un altro tema, magari meritevole di approfondimento ma in altro contesto.
Torniamo a me, per sommi capi.
Ho sempre frequentato la lettura, da bimba precoce che preferiva i libri alle bambole (adesso i giocattoli sono tra i protagonisti della mia casa);  omnivora e curiosa, amo soprattutto le storie, mi affascina la costruzione di una frase, la ricerca delle parole che solo possono individuare quella certa esatta sfumatura di senso.
In egual misura, tuttavia, sono attratta dal movimento fisico, dallo sport e ne ho praticati diversi, sempre da dilettante assoluta e tale rimasta.
Coltivo il piacere del giardino, dello sporcarsi le mani affondandole nella terra, del piantare e vedere crescere le tue essenze preferite.
Ho visitato diversi luoghi, con la voglia di conoscere, più che i nomi delle strade e dei monumenti, la vita di chi li abita; altre mete mi aspettano, per adesso custodite nelle pieghe dell’atlante, in attesa che venga il loro tempo.
Apparentemente spensierata e allegra, facile alle amicizie, sono piuttosto introversa e poco incline a legami superficiali; coltivo relazioni selettive e profonde, spesso storiche e sono un’amica fedele, anche se non assidua e costantemente presente.
Sfrenata individualista (non sono mai riuscita a studiare/lavorare/fare squadra con qualcuno), ho tuttavia una dimensione sociale che si è espressa nella pratica sindacale, ora cessata, e nella costante attenzione e partecipazione alla politica civile, come attività nobile di interesse e cura della cosa comune e del buon vivere collettivo.
Già sensibile alla sfera sociale per formazione familiare, ho avuto la fortuna, da timida sedicenne,  di conoscere Letizia Colajanni, un incontro per me particolarmente significativo e tuttora condizionante.
Prendendo a prestito da Borges, sono, insomma, quella balorda intensità che è un’anima.
E questo, per il momento, credo sia tutto.

Maria Giovanna Scavone:
(Caltanissetta 1964) sposata con Gioacchino Palumbo e madre del ventitreenne Vincenzo, è stata insegnante di pianoforte e docente di educazione musicale nella Scuola Statale. Dal 1993 lavora per un’Associazione non profit dove è stata musicoterapista e Direttore di una Comunità Alloggio per Minori. Attualmente è responsabile dell’Ufficio di Presidenza e dell’Ufficio Stampa, addetto alle pubblicazioni informative e divulgative e coordinatore di redazione della Rivista trimestrale EMMAUS. Nel tempo libero dirige una corale ed ama scrivere. Vincitrice di diversi Premi letterari, nel 2003 ha pubblicato, con l’editrice Salesiana Elledici, il testo di catechesi in preparazione alla Prima Comunione “Insieme parliamo di Gesù”.