Letizia Colajanni
1914-2005
Letizia
Novella Colajanni nasce a Caltanissetta il 4 aprile del 1914 (i documenti
ufficiali dicono il 9 ma lei teneva moltissimo alla sua data "vera").
Unica femmina di quattro figli le fu dato il nome di una sorellina morta prima
che lei nascesse, Letizia appunto, con l'aggiunta di Novella. Il timore di
perdere anche lei indusse la famiglia a darle una educazione privata, così, pur
essendo colta, non aveva titoli di studi superiori.
La
famiglia Colajanni è una famiglia "importante": il nonno Pompeo è il
fondatore in Sicilia del sindacato obbligatorio contro gli infortuni nelle
miniere, il prozio Napoleone è tra i fondatori del Partito repubblicano
italiano, il fratello Pompeo è il leggendario comandante partigiano
"Barbato", dirigete del PCI, parlamentare e politico di primo piano,
il cugino Napoleone è un dirigente comunista, senatore ed economista. Letizia
cresce in questo clima straordinario, ne assimila la passione, ma trova una sua
identità politica e sociale legata alle azioni concrete, alla tutela dei più
deboli, all'emancipazione femminile.
Fa scelte convinte e determinate : infermiera volontaria della
Croce rossa, fondatrice dell'Unione donne italiane nel 1945, si iscrive al Partito comunista italiano nel
1953. Riveste cariche politiche e
istituzionali, è deputata all' Assemblea regionale siciliana dal 1960 al 1964.
Cattolica,
soffrirà per tutta la vita della scomunica inflittale perché
"comunista"; questa ferita non sarà sanata dalla revoca della
scomunica e il solco ormai scavato non si colmerà con l'ascesa al soglio
pontificio di Giovanni 23° e l'apertura avviata dal Concilio vaticano II.
Durate
gli anni '70 Letizia si confronta con il femminismo, pur essendo critica verso
le posizioni più "estreme" non rinuncia mai al dialogo. Per offrire
un luogo concreto alla comunicazione tra donne lavora all'istituzione delle
Consulte femminili e, pur tra mille difficoltà, la sua convinzione trova
conferma nei risultati ottenuti dal lavoro comune di donne portatrici di
istanze ideali e culturali diverse.
Il
trascorrere del tempo non la ferma, instancabile dirigente del Sindacato
pensionati della CGIL e dell'AUSER si ferma solo quando il gravame degli anni
la costringe a farlo. Non rinuncia mai alla sua autonomia, alla sua libertà,
alla sua indipendenza. A coloro che le suggeriscono di lasciare la sua casa in
campagna per trasferirsi in una situazione "protetta", invariabilmente,
con il garbo di sempre, risponde che ci sta pensando ma che non è ancora il
momento. Si spegne serenamente il 2 giugno, festa della Repubblica, dell'anno
2005 nella sua casa, circondata dalle
sue amatissime "carte", cullata dai suoi ricordi, splendido esempio
di integrità, coerenza, sensibilità, intelligenza.
Salve sono della Giovanni Verga e parteciperò a questo concorso,spero di farcela
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